Che me ne faccio di questo corpo?

IL POTERE DELLE PAROLE
“La parola grazie in giapponese significa
essere grato per la tua stessa esistenza”

Corpi inefficienti?

Ti è mai capitato, alla vista di un corpo segnato da gravi invalidità, di chiederti quale sia lo scopo di un’esistenza caratterizzata da una parziale o addirittura totale dipendenza dagli altri?

Se, come è vero e certo, il corpo fisico che ogni Anima si sceglie è esattamente e perfettamente adatto al suo Scopo Evolutivo, qual è la splendida intenzione che sta all’origine della preferenza accordata ad un corpo magari deforme e ad una mente inconsapevole e inabile?

Queste domande si sono manifestate nella mia mente con una certa insistenza nei giorni scorsi e per questo motivo ho deciso di scrivere di questo argomento.

Quale obiettivo?

A cosa serve un corpo costretto fin dalla nascita all’infermità?

A cosa servono occhi che non vedono?

A cosa servono orecchie che non sentono?

A cosa serve una mente che non è neppure conscia di vivere?

Se la finalità è la Realizzazione del Sacro Sè, cosa è destinata a creare l’Anima che dimora in una corporeità così faticosa?

Se il corpo è il mezzo che abbiamo a disposizione per avanzare nel cammino di evoluzione, qual è il tragitto che sta perseguendo l’Anima incarnata in una fisicità così difficile?

Ecco cosa mi sono risposta

Io credo che la risposta a questa domanda sia abbastanza semplice. Seguimi nel ragionamento.

Il corpo è il veicolo che permette al nostro Spirito di crescere in esperienza.

Il modo in cui possiamo imparare è attraverso le esperienze consapevoli.

Da un corpo e una mente non consapevoli non possiamo apprendere nulla.

Nell’Universo, però (non dimentichiamo!!!), tutto è perfetto e non esistono sprechi.

Se un’esistenza del genere non servisse, semplicemente non esisterebbe.

Ne consegue che

se esiste,
il suo scopo è
preciso e perfetto.

Per Amore!

L’Anima è Divina.
L’Anima è Dio.
Dio è Amore.

Intenzione dell’Amore è il dono incondizionato di se stesso.

Quelle Anime che hanno già compiuto buona parte del viaggio di ritorno alla Sorgente Creatrice, hanno sempre meno necessità del tramite del corpo per raggiungere la totale consapevolezza di sè.

Possono, quindi, dedicarsi ad aiutare le altre Anime nella loro rotta verso la comune meta della Perfetta Felicità.

In che modo?

Quando il corpo non è efficiente, si deve ricorrere all’aiuto degli altri.

In questo modo, si dà la possibilità ai propri fratelli di esercitare

Compassione,
Comprensione,
Altruismo.

E non sono forse queste le caratteristiche tipiche di ogni Atto d’Amore?

Dovendosi prendere cura di qualcuno, è indispensabile mettere in secondo piano il proprio egoismo per lasciare emergere la dedizione e l’attenzione per le necessità dell’altro.

Ogni persona che incontriamo nella nostra vita alla quale possiamo offrire il nostro aiuto è un Maestro che, celato nelle forme difficili di una malformazione fisica, ci tende una mano per accompagnarci verso la Santa Meta a cui siamo destinati.

La sua Anima ha già superato ostacoli che il nostro Spirito deve ancora fronteggiare.

Credo che queste Anime siano ad un livello evolutivo più avanzato.

Si trovano ad un livello in cui l’esperienza fisica non sia più necessaria alla loro personale evoluzione.

Possono decidere di utilizzare la loro incarnazione per il Bene Altrui.

Hanno deciso di mettere a disposizione la loro esperienza nella materialità per la trasformazione dei loro fratelli.

Hanno scelto di vivere in un corpo tormentato perché le altre Anime possano attivare e esplicitare le proprie Atttitudini Divine.

Gratitudine

È perciò questo il motivo della foto introduttiva [è un cristallo d’acqua risultato dagli esperimenti del ricercatore giapponese Masaru Emoto]:

siamo grati

per tutti gli incontri con la sofferenza delle persone che benedicono con la loro presenza la nostra esperienza di vita, permettendoci di crescere in consapevolezza.

Grazie al loro Amore, il Seme Divino piantato in noi ha potuto germogliare è crescere.

E quando ci capita di trovarci in una situazione di bisogno:

siamo grati

poiché, oltre ad imparare dall’esperienza del dolore, ogni volta che permettiamo agli altri di aiutarci, doniamo loro una reale possibilità di progredire nel loro Viaggio Spirituale.

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Alla prossima settimana.

Namasté

🙏

“L’unica cosa che ti serve per cambiare la tua vita è volerlo con tutto il cuore.”

colibrì