
Dallo spazio
Davanti alle immagini dallo spazio del pianeta che abitiamo rimango sempre affascinata e pervasa da un sentimento di meravigliata reverenza.
Poi l’incanto è velato di una lieve tristezza nel considerare come, anche in questa occasione l’essere umano, nella sua sconsiderata incoscienza abbia stravolto la realtà.
Un nome
Prendiamo ad esempio il nome che abbiamo dato a questo corpo celeste che ci ospita:
lo chiamiamo Terra nonostante sia ricoperto per la maggior parte di acqua!
Cioè abbiamo attribuito un appellativo basato esclusivamente sulla nostra esperienza di vita:
siamo esseri strutturati per vivere sulla terra ferma e quindi, nel nome, abbiamo privilegiato l’aspetto che più ci rappresenta senza tenere conto di altro se non di noi stessi.
Disunione
Questa concezione separatista ed egoica ha logicamente portato a creare un’ideologia di separazione e conseguente disgiunzione tra noi (esseri umani) e il resto delle esistenze con cui condividiamo questo pianeta.
Sfruttamento
Questo pensiero ha condotto, purtroppo, all’idea e alla pratica di azioni rivolte all’inconsapevole e quindi scellerato sfruttamento di ogni risorsa disponibile fino alla situazione di collasso in cui ci troviamo a vivere in questo momento.
Parliamo della “nostra” Terra come se ci appartenesse, senza soffermarsi un momento a considerare il fatto che siamo solo ospiti insieme a tutte le altre forme viventi e che la nostra sopravvivenza è legata a doppio filo alla sopravvivenza dell’altro, sia esso ortica, palma, tigre, verme, mosca, medusa, quercia, cefalo, ragno, airone, …
Frontiere
Ci siamo anche inventati confini immaginari che dividono lo spazio calpestabile in paesi e stati piccoli e grandi.
Abbiamo creato dei dentro e dei fuori che semplicemente
non esistono!
L’intero quadro
Ciò che le immagini dallo spazio ci dicono, invece, è che non c’è traccia di queste divisioni.
Il pianeta è UNO e tutte le creature sono connesse tra loro.
Esse (noi compresi!) respirano la stessa aria, bevono la stessa acqua, mangiano il cibo coltivato da un unico suolo.
Questa è la verità, sia che noi ne siamo consapevoli o meno.
Noi condividiamo tutto ciò che è e accade su questo pianeta e siamo strettamente collegati ad ogni essere che vive su di esso.
Siamo “inter-legati” da una relazione fraterna che, se compresa e vissuta consapevolmente, è l’unica connessione che può assicurarci la sopravvivenza.
Promemoria
Tenere a portata d’occhio una fotografia o un disegno della Terra vista dallo spazio può aiutarci a ricordare questa nostra vitale interconnessione con tutto ciò che la abita.
Potrebbe aiutarci a riflettere sul fatto che il nostro senso di separazione non è che un’illusione e ciò ci porterebbe a compiere scelte più consapevoli ed etiche che tengono conto del bene comune piuttosto che dell’immediato tornaconto.
Ci apparteniamo tutti.
Noi e tutti gli essere viventi e non viventi siamo la Terra.
La Terra è tutti e ognuno di noi.
Antenati
Persino se guardiamo alla nostra storia evolutiva ci accorgiamo che tra i nostri antenati ci sono minerali, vegetali e animali.
Il nostro corpo fisico è un (per quanto ben organizzato!) ammasso di cellule minerali, vegetali e animali.
Non possiamo veramente pensare di essere disgiunti da tutto quello che è presente sul pianeta fino al punto di distruggerlo sperando di “farla franca”.
Guastando l’ecosistema roviniamo noi stessi che di questo sistema siamo parte.
Salvezza
Laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
[S. Francesco d’Assisi]
Fortunatamente viviamo in un’epoca in cui sempre più esseri umani stanno comprendendo il senso di questa straordinaria unicità, della grazia che ci è concessa di esprimere la nostra Natura Amorevole dedicando la nostra esistenza terrena a elargire cura, amorevolezza, attenzione e tenerezza ad ogni meravigliosa sorella e splendido fratello con cui partecipiamo a questa miracolosa esistenza.
Interessere (Thich Nhat Hanh)
Per concludere (o forse è solo l’inizio?!) voglio condividere con te il seguente testo del monaco Thich Nhat Hanh.
Da quando ho avuto la fortuna di leggerlo per la prima volta è per me costante fonte di ispirazione.
Spero possa esserlo anche per te.
“All’occhio di un poeta, non sfugge certo che in questo foglio di carta c’è una nuvola.
Senza la nuvola, non c’è pioggia; senza pioggia, gli alberi non crescono;
e senza alberi, non si può fare la carta.
La nuvola è indispensabile all’esistenza della carta.
Se non ci fosse la nuvola, non ci sarebbe nemmeno il foglio di carta.
Quindi possiamo dire che la nuvola e la carta inter-sono.
Il verbo ‘inter-essere’ non è ancora riportato dal dizionario;
ma unendo il prefisso ‘inter’ e il verbo ‘essere’ otteniamo una parola nuova: inter-essere.
Se spingiamo più a fondo il nostro sguardo,
vedremo nel foglio di carta anche la luce del sole.
Senza luce del sole le foreste non crescono.
In realtà, senza luce del sole non cresce nulla.
Ecco perché in questo foglio di carta splende il sole.
La carta e il sole inter-sono.
Continuiamo a guardare:
ecco il taglialegna che ha abbattuto l’albero e
l’ha portato alla cartiera dove lo trasformano in carta.
E c’è anche il grano.
Sappiamo che il taglialegna deve la sua esistenza al suo pane quotidiano,
quindi in questo foglio di carta c’è anche il grano con cui è fatto il pane del taglialegna.
E ci sono pure il padre e la madre del taglialegna.
Questo modo di guardare ci fa capire che senza tutte queste cose
il foglio di carta non esisterebbe.
Se andiamo ancora più a fondo, vedremo che nel foglio ci siamo anche noi.
Non è difficile capire perché:
il foglio di carta, quando lo guardiamo, è un elemento della nostra percezione.
La vostra mente è lì dentro, e anche la mia.
Quindi si può dire che in questo foglio di carta c’è tutto.
Non manca nulla:
tempo, spazio, terra, pioggia, minerali, luce del sole, nuvola, fiume, calore.
Tutto coesiste in questo foglio.
Ecco perché ‘inter-essere’ dovrebbe comparire nei dizionari.
‘Essere’ è inter-essere.
Non possiamo essere da soli, per conto nostro.
Dobbiamo ‘inter-essere’ con tutto il resto.
Questo foglio di carta è perché è tutto il resto.
Immaginiamo per un attimo di riportare alla fonte uno degli ingredienti.
Immaginiamo di restituire la luce del sole al sole.
Credete che il foglio di carta esisterebbe ancora?
No, senza luce solare non può esistere nulla.
E se restituissimo il taglialegna a sua madre,
nemmeno allora ci sarebbe il foglio di carta.
In realtà, questo foglio di carta è fatto interamente di ‘non-carta’.
Se riportassimo alla fonte tutti gli elementi di non-carta,
non resterebbe proprio nessuna carta.
Senza non-carta – ossia mente, taglialegna, luce del sole e via dicendo – niente carta.
Questo foglio così sottile racchiude in sé tutto l’universo.”
🙏
“L’unica cosa che ti serve per cambiare la tua vita è volerlo con tutto il cuore.”
Namasté
Molto interessante il pezzo buddista
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